[SUONO] [MUSICA] [MUSICA] L'acqua era così importante per i Fenici che si erano stanziati a Mozia che costruirono un'immensa, una grandissima piscina. Pensate, 52 metri per 37 metri, ossia una piscina olimpionica, per contenere l'acqua fresca, l'acqua potabile che sgorgava da questa sorgente e che veniva praticamente restituita dal suolo moziese, costituito di un'argilla e di una marna particolari, che erano in grado di separare e di tenere protetta la falda dell'acqua dolce che era all'interno, dall'acqua salata del mare. Questa era la più grande fortuna di Mozia, il fatto che quest'acqua dolce fosse disponibile a pochissimi metri dal mare e quindi dalla sponda dove i Fenici approdavano e da dove ripartivano. [MUSICA] [MUSICA] Il Kothon è uno dei piu grandi monumenti di Mozia ed è anche un monumento che ha a lungo confuso gli archeologi. La sua funzione non era chiara e inizialmente è stata interpretata come un porto. Questa interpretazione non era molto convincente, soprattutto perché mancava un'informazione fondamentale: il mare nell'antichità aveva una quota molto più bassa, circa un metro più bassa di oggi, e quindi è impossibile che delle navi grandi come quelle dei Fenici riuscissero a raggiungere questa vasca, ma soprattutto la vasca non era comunicante con lo Stagnone. L'apertura fu aperta successivamente per trasformarla in una vasca per la produzione del sale, quindi in una salina. Ecco, allora forse il riuso nel passato ne aveva confuso l'interpretazione. Proprio per questa ragione, il gruppo, l'equipe della Sapienza nel 2012 ha ripreso lo studio di questo monumento e nel 2013 lo ha completamente scavato; è stata una sfida anche tecnica veramente difficile. L'acqua è stata aspirata e tolta, per lunghi mesi si è lasciato asciugare il bacino perché bisognava scavarlo con le nostre mani. L'archeologo non può riuscire a capire se non fa uno scavo diretto perché deve ricostruire gli strati e qui si trattava di arrivare alla base della vasca per poterne dare un'interpretazione; infatti i riempimenti superiori erano tutti quelli derivati dall'uso come salina e solo negli ultimi centimetri abbiamo avuto la chiave per capire che si trattava di una piscina di acqua dolce. Abbiamo rinvenuto la bocchetta di uscita di un canale che era collegato con la sorgente del tempio e da questo momento in poi abbiamo capito che qui addirittura due sorgenti gettavano le loro acque potabili dentro la piscina. Quindi questa piscina diventava una riserva di acqua dolce, usata non solo come acqua potabile, per gli usi normali, ma probabilmente anche per lavare le divinità o gli stessi fedeli che venivano in questo grandissimo santuario delimitato dal grande muro circolare del temenos di Baal. Ecco, a questo punto quando già diciamo che il successo era stato conseguito, ho avuto un'idea: scaviamo, perché mi rendevo conto che questa poteva essere anche l'ultima occasione in cui avremmo potuto lavorare in questo monumento, perché è molto difficile essiccarlo completamente e poter scavare questo fango cosi plastico, appiccicoso. E quindi abbiamo deciso, facciamo un sondaggio al centro per sincerarci che non ci sia nulla. Lo scavo è stato molto difficile, ci aiutavamo con delle tavole di legno, però alla fine abbiamo trovato questo blocco e questo è stato veramente sconvolgente. Al centro del Kothon c'era un podio. Il podio era costituito da blocchi tutti della stessa misura. Tutti gli altri erano stati tolti quando era stato trasformato in salina e disposti lungo l'angolo sud-occidentale. Ancora si vedono poggiati sul bordo della vasca per rialzarla, semplicemente. Allora ci siamo chiesti, ma a cosa serviva questo podio? E ci siamo ricordati di questo blocco con questo piede che era stato rinvenuto proprio nell'area del Kothon nel 1918. Abbiamo confrontato le misure e ci siamo resi conto che era molto probabile che questo piede fosse appartenuto a un colosso che si trovava sopra il podio al centro della vasca. A questo punto, mancava un'ultima tessera al nostro mosaico e questa tessera anche essa era stata ritrovata molti anni fa. Infatti a poca distanza da questo punto dell'isola, nello Stagnone di Marsala, era stata ritrovata una statua molto mal ridotta, però grande, che oggi si trova al museo Salinas, al museo archeologico nazionale di Palermo. Questa statua apparteneva a questo piede o forse meglio, questo piede era il piede della statua. Entrambi rappresentavano Baal, la statua del colosso di Baal, il Baal del Kothon che era eretta al centro della sua piscina sacra. Tutto questo ci si è a un certo punto manifestato, ed è diventato per noi quel momento di grande commozione che l'archeologo prova durante un lungo lavoro. Abbiamo visto la relazione del tempio del Kothon e del bacino con il mondo delle stelle, con la religione astrale che i semiti si erano portati, sviluppata nel deserto e messa in pratica nel mare, perché erano diventati naviganti, per ragioni anche per cause di forza maggiore molte volte, e avevano scoperto questo meraviglioso Mediterraneo e quindi si portavano dietro questa religione. Però contestualmente questa non era solo la religione del cielo, degli astri e delle stelle, ma era anche la religione delle acque. E così nel 2013 abbiamo deciso di scavare la grande piscina sacra. Il primo ritrovamento che abbiamo fatto è stata questa statua di pietra verde, una pietra egiziana, molto malridotta, perché questa pietra è una pietra delicata ed è stata completamente mangiata dal sale, ma questa statua era nell'angolo del Kothon e ci ricorda un babbuino, ossia quell'animale sacro, che abbiamo appena visto nella lezione precedente, raffigurato anche sulla coppa Moussaieff, perché è l'animale che saluta il ritorno del sole all'alba nell'aurora. Quindi un ritrovamento che da subito ci ha motivati quando abbiamo deciso di intraprendere questa vera impresa che è stata scavare questa grande piscina. La piscina detta Kothon, in realtà questo termine vuol dire semplicemente ciambella e non c'entra nulla con la vasca sacra di Mozia, ma era stato attribuito dal primo scavatore Joseph Whitaker e per questo l'abbiamo lasciato in un segno, così, di ricordo di questo grande esploratore di Mozia. Ecco questa piscina aveva il centro delle sue diagonali, questo grande rettangolo che in realtà sembra quasi una piscina olimpica perché è di 52 metri per 37 e che coincideva con il centro di un grande temenos circolare, ossia un recinto sacro, che racchiudeva proprio l'area dei templi e delle sorgenti, nonché del primo insediamento dei Fenici a Mozia. Questo grande monumento costruito intorno al 550 a.C faceva di Mozia uno dei centri religiosi più grandi del Mediterraneo centrale e più particolari dove c'era questo culto contemporaneamente degli astri e delle acque. E adesso vedremo, forse anche un po' meglio, perché il culto delle acque, qui vedete i dettagli di come è stato generato il progetto di questo rettangolo, dalla diagonale del quadrato costruito sul lato breve, ma soprattutto perché questo è lo stesso schema che è stato usato nel tempio del Kothon, che abbiamo visto nelle lezioni precedenti, e quindi è una prova indiretta del fatto che tutta l'area sacra è stata progettata dalla stessa mente, dallo stesso architetto per ottenere un monumento che fosse polifunzionale, cioè servisse a varie esigenze religiose: il culto delle acque, il culto degli astri. Avete visto che è apparso il perimetro, l'area di una grande torre angolare nell'isola. Questa torre era collegata anche alla vasca perché proprio per misurare le stelle, la loro altezza, era necessario traguardare da una torre e questa torre si trovava proprio subito a sud della piscina nell'angolo della città ed è ancora in corso di scavo e speriamo di poterla esporre tutta e di avere da questa delle informazioni ulteriori. Cosa è successo quando siamo andati a scavare questa vasca? Prima di tutto l'abbiamo prosciugata, abbiamo fatto un primo tentativo nel 2005, poi siamo tornati di nuovo nel 2013. Qui vedete le prove fotografiche che il collegamento con il mare è una cosa recente, cioè è stato realizzato solo quando la vasca fu trasformata in epoca medievale in una vasca per la produzione del sale. Quindi da quando è diventato una salina è stato collegato con il mare, mai prima questa vasca fu collegata col mare. Ecco l'inizio dei nostri lavori. Per poter procedere a questi lavori, che sono stati anche sostenuti da una fondazione privata di Londra, la Honor Frost Foundation, abbiamo dovuto prima essiccare completamente l'invaso, o il più possibile, e questo è stato realizzato dal mese di aprile al mese di agosto del 2013. Durante tutto questo periodo non è mai piovuto nella Sicilia occidentale. Quindi noi ci aspettavamo di arrivare e trovare tutto completamente secco e invece, la prima cosa che abbiamo potuto scoprire è che esisteva un piccolo ruscello di acque che partendo da una struttura di blocchi aggettanti sul lato nord dell'invaso portava l'acqua nuovamente dentro il Kothon. Questo all'inizio ha suscitato il mio più grande stupore. Io pensavo addirittura che si fosse rotta una diga che noi avevamo costruito per poter essiccare il bacino del Kothon. Invece non era così. Era una sorgente, anzi era l'antica sorgente dell'area sacra che, tolta l'acqua salata e abbassato il livello e anche la pressione delle acque marine, aveva ricominciato a gettare fuori dalla falda freatica l'acqua dolce. Questa è stata una scoperta molto dirompente, come ho detto già in varie lezioni precedenti, perché ci ha spiegato automaticamente quale era la ragione della fondazione fenicia in quel punto dell'isola di Mozia, perché era stato fatto questo grande tempio in questo punto dell'isola di Mozia. Questo era un punto dove l'acqua dolce affluisce, emerge, sprizza fuori da sola e questo è particolarmente interessante in quanto probabilmente è un fenomeno che è anche legato alle piccole maree che lo stagnone di Marsala vive mensilmente, collegate alla luna, uno degli astri sacri di Baal. Pensate quindi come si crea un complesso religioso attraverso anche l'osservazione di un fenomeno naturale. Qui vedete quindi il ruscello di acqua dolce e poi il nostro scavo proprio in corrispondenza di questi denti di blocchi aggettanti che chiaramente non può essere assolutamente riferito a una struttura portuale perché sarebbe pericoloso per qualsiasi tipo di barca. Come vedete il fondo della piscina era molto molto vicino, 80 centimetri di profondità, ed è stato possibile anche riconoscere in modo chiarissimo l'attuale livello delle acque marine quando queste invadono il Kothon d'inverno e l'antico livello delle acque marine. L'antico livello delle acque marine è molto più coerente con una interpretazione di questa come piscina sacra, cioè rispetta l'esistenza di una sorgente e soprattutto la profondità dell'invaso di 70-80 centimetri non rendeva possibile la navigazione, quindi l'interpretazione di questa vasca che fu data all'inizio del 900 come un porto era sbagliata, era totalmente sbagliata, tanto che non è stato ritrovato nessun tipo di reperto riferibile per esempio all'attività marinaresca, ma invece sono stati trovati per esempio dei betili o dei simboli votivi o delle statue, quindi delle cose che non hanno molto a che fare con un porto. Anche la struttura architettonica di questo monumento era straordinaria. Ci sono rimasti solo pochi resti perché gli abitanti di Marsala, molti secoli dopo, hanno utilizzato questo punto dell'isola, che era il più vicino alla loro città, per portare via blocchi lavorati, quindi per prendere capitelli, colonne che sono finiti nelle città, nelle chiese e nei monumenti della città di Marsala. Solo poco è rimasto, anche se quel poco ci dà l'idea che questa vasca in realtà era adornata da portici e sarà stato sicuramente un monumento incredibilmente straordinario. Potete vedere anche in questa slide la presenza delle sorgenti. In particolare, la sorgente del tempio, la più importante forse delle tre sorgenti, era collegata con un canale che noi abbiamo scavato e identificato, alla vasca sacra dove l'acqua dolce ancora dopo 2000 anni e passa, 2500 anni, sgorgava nell'invaso. Addirittura qui sono stati trovati dei ciottoli tipicamente votivi che venivano deposti e anche delle ossa di bovino, mentre sul lato opposto della vasca, sul lato sud, lo scavo ha chiarito definitivamente che non esisteva nessuna comunicazione con il mare. Come mostra questo bordo del muro perimetrale sud, il bordo tipico di una piscina che aggetta di qualche centimetro e che non troverete mai in nessun porto perché sarebbe troppo pericoloso per una barca che ci potrebbe restare incastrata sotto. Quindi, quattro filari sovrapposti di grandi blocchi chiudevano la piscina sul lato del mare e costituivano questa grande riserva di acqua dolce che aveva una funzione religiosa ma probabilmente anche una funzione pratica per il santuario e per tutti quelli che ci lavoravano. Questi sono i nostri studenti durante quella avventura, perché come vedete si è scavato dentro il fango e abbiamo preferito lavorare a mano nei punti più delicati proprio per ricostruire la stratigrafia e capire come era fatto questo monumento però è stato veramente uno sforzo straordinario. Ma la sorpresa più grande durante lo scavo nel bacino del Kothon che comunque è stata un'avventura meravigliosa, nella campagna del 2013, è stata quella che abbiamo avuto al centro. Siamo andati esattamente al centro della vasca, che come abbiamo visto era anche il centro del grande recinto circolare, abbiamo fatto un sondaggio e in fondo a questo sondaggio, non senza difficoltà, perché si trattava di uno strato che sembrava quasi un budino, abbiamo ritrovato un blocco che era compatibile con una serie di blocchi ritrovati lungo il bordo del Kothon, quindi che erano stati smontati dal centro quando questo era stato trasformato in una salina e questo blocco era compatibile anche con il blocco su cui si trova un piede di una statua. Ed è stato un momento fondamentale perché forse abbiamo trovato la chiave per capire il senso di questa grande vasca, che oltre a essere un bacino di raccolta di acque dolci, che venivano probabilmente utilizzate nelle attività colturali e anche per le navi, aveva anche un altro significato. Sommando tutto quello che abbiamo potuto capire, al centro della vasca quindi si trovava un podio e cosa ci poteva essere su questo podio? Beh, sicuramente questo piede e probabilmente anche questa statua che è stata trovata a qualche centinaio di metri di distanza nello stagnone. Forse la stavano portando via dopo la distruzione di Mozia, quando l'hanno perduta. Questa statua e questo piede si possono forse ricostruire con l'aiuto di alcune stele trovate nel tofet nelle quali il dio Baal, come mostrano i suoi simboli divini, appare sopra un podio, proprio sopra un podio, quindi rappresentato come il suo simulacro e la somma di tutte queste informazioni ci ha portato a formulare questa ricostruzione: un colosso alto 2,4 metri che si ergeva al centro della vasca e che era forse una delle più grandi e più belle attrazioni di Mozia dal sesto al quinto secolo avanti Cristo. [VUOTO] Il più importante confronto per questo tipo di bacino lo troviamo proprio nella madre patria fenicia, in Siria, nel nord della Siria, nella località nota come Amrit, che in realtà era una parte dell'insediamento di Anti-Arados cioè la città che si trovava di fronte all'isola di Arados, una delle principali città fenicie del nord. Qui, in questo tempio, è stata trovata ugualmente una grande piscina sacra con al centro un monumento, in cui si trovava probabilmente una statua divina, anch'essa collegata con una sorgente e con un fiume e anch'essa collegata con un tempio. Nel tempio sono state trovate queste cinque situle egiziane che sono proprio la riprova che si tratta di un tempio dove si effettuava un culto a una divinità delle acque, forse un dio guaritore come Shadrà, Fareshef e forse lo stesso Baal 'Addir di Mozia. [MUSICA]